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L'OPINIONE: Addio per sempre, cara vecchia Lampugnano
Scritto da Massimo De Rigo, pubblicato da Paola Zucchella il 22-07-2004 alle 17:05
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L'onda lunga dell'edificazione che spiana le radici storiche della nostra antichissima metropoli avanza inesorabilmente.
Anche Lampugnano se ne va per sempre: le ruspe - con una velocità sorprendente - hanno completato in due (2|!) giorni la demolizione delle ultime tracce dell'antico borgo di fronte al Palavobis.

I più ingenui potranno pensare: era ora!  Un vecchio rudere finalmente sostituito da un complesso moderno degno di una metropoli moderna...

Anche l'antichissima Cascina San Bernardo a Chiaravalle, grangia cistercense, viva e vitale ancora pochi anni fa, è ora un vecchio rudere in rovina...
Qualsiasi antica vestigia - anche i Navigli, Sant'Ambrogio e persino il Duomo - se lasciati degradare, potrebbero fare la stessa fine.

Cascina Linterno - preceduta dalla storica cascina Airaghi di Quinto Romano e dal portale barocco di Quarto Cagnino - è sulla stessa strada.
Qui pare che sistemare i tetti sia un'impresa impossibile e i ponteggi stazionano da mesi completamente inattivi.
Chissà? Potrebbe anche arrivare il nubifragio giusto per chiudere definitivamente la partita e lasciare ai ricordi un luogo ingombrante, sopravvissuto con la sua splendida antica agricoltura alla civiltà del businnes, dei mass media e della moda.

Praga, Vienna, Parigi, Londra, Salisburgo...sono altri pianeti gestiti da gente sempliciotta, ma noi abbiamo molto di più... l'esclusiva dell'invenzione del dopoguerra per legalizzare i palazzinari: si chiama "muro di gomma" e permette di distruggere senza pietà e senza che emerga un responsabile...
Il degrado è una vecchia carta delle "volpi immobiliari" che conoscono benissimo il basso livello culturale generalizzato e puntano soprattutto sulla repulsione provocata da un luogo (magico e pieno di storia ma indifeso dall'apatia del cittadino comune) volutamente reso fatiscente e quindi facilmente sostituibile con un complesso edilizio moderno.

Bel colpo, uomini che gestite un patrimonio di innumerevoli generazioni!
Oggi vi sentite i più furbi, ma verrà il momento che dovrete guardarvi allo specchio...e non vorrei essere nei vostri panni.

D'ora in poi troveremo l'antico Lampunianum Monasterium solo nella descrizione del "Liber Sanctorum Mediolani" di Goffredo da Bussero del XIII secolo.

Un saluto cordiale. Massimo de Rigo

PARCO MONTESTELLA
Il parco del quartiere sperimentale di Milano
 
QT8. Nel 1947, in occasione della VIII Triennale di Milano, diretta dal commissario straordinario P.Bottoni, si propose l'idea di costruire a Milano un quartiere sperimentale di espansione urbana. Il progetto originario (Piano AR-1946) prevedeva un modello innovativo di quartiere residenziale: vaste zone verdi, strade convenientemente distribuite, servizi razionalmente dislocati ed una prefissata destinazione della tipologia edilizia (elaborata da molti architetti) sui vari lotti. Per la realizzazione fu scelta l'area agricola delle cascine Moja e Mojetta, attraversata dal fiume Olona e dal torrente Merlata, a nord del quartiere sportivo di San Siro. Demolite le costruzioni rurali, canalizzati e coperti i corsi d'acqua, il progetto proseguì (1947-1965) con modifiche in corso ed una voluta disunitarietà stilistica, rappresentando un fondamentale riferimento nella cultura urbanistica italiana del secondo dopoguerra. I successivi paesaggi urbani milanesi, come gli adiacenti quartieri Comina, Chiusabella, Torrazza, San Leonardo, sorti in periferia lungo il corso dell'Olona, ne furono influenzati, anche se generalmente disattesi nelle strutture di servizio.
La descrizione dettagliata del progetto si trova nel libro "Il quartiere sperimentale della Triennale di Milano: QT8" di P.Bottoni (Ed. Domus, Milano 1954); per un inquadramento generale vedasi il libro "San Siro: il quartiere sportivo di Milano" di O.Selvafolta e S.Sermisoni (Ed. Electa, Milano 1990).
La montagnetta. Il progetto prevedeva un centro di quartiere attorno alla nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, con un verde diffuso di 68 ettari (di cui 30 ha per giardini ed orti) e, nello spicco di nord-ovest, sull'area della ex-cava di Boldinasco, una collina artificiale ottenuta con le macerie degli edifici distrutti durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, mischiate con la terra rimossa dall'abbattimento degli ultimi bastioni spagnoli. Il Monte Stella (memoria simbolica cara ai milanesi) avrebbe raggiunto l'altezza di 100 metri sul livello stradale, costituendo una connotazione particolare nella pianura padana; sulla cima sarebbe sorto un ristorante-belvedere, raggiungibile con strada e funicolare; attorno campi sportivi (ad integrazione del Lido di San Siro), campi ricreativi, un laghetto e strutture collettive. Il progetto fu poi ridimensionato e la montagnetta di San Siro non superò l'altezza di 50 metri (185 m s.l.m.), anche per problemi di spinte laterali del terreno che compromettevano la stabilità strutturale dei vicini edifici.
Il parco. Nel 1971 l'area verde di 38 ettari fu costituita a parco urbano e piantumata. Purtroppo un'incerta gestione di questa risorsa indusse a vari usi impropri: manifestazioni sportive, fiere commerciali, feste di partito, spettacoli all'aperto; fu persino proposta l'idea stravagante di un "parco artistico", collegato con l'area di divertimenti realizzata nel 1978-1986 (PalaTenda di Lampugnano). L'uso consumistico del verde provocò gravi danni al terreno, soggetto ad erosione. Nel 1996 il Parco Montestella fu recuperato e ripristinato secondo le norme del Regolamento d'Uso del Verde del Comune di Milano; ora si presenta come un'area alberata su quattro livelli di quota, con stradine sterrate, sentieri, scalinate e con canaletti di scolo delle acque meteoriche. Destinato ad una fruizione compatibile (i ciclisti sono ammessi solo sui vialetti ed a velocità moderata), è frequentato dai molti podisti, che lo inseriscono nei propri circuiti di allenamento tra il quartiere sportivo di San Siro ed il Parco di Trenno. All'interno del parco è inoltre prevista una ridefinizione delle aree tematiche e l'installazione di un percorso vita, con una palestra nel verde. Nel 1997 la FISO ha realizzato una cartina topografica del parco per le proprie gare di orientamento.
Si può fare una visita al parco, partendo dalla stazione metropolitana QT8 in piazza Santa Maria Nascente. Presa la direzione nord dietro il Mercato Comunale, si attraversa la parte orientale, realizzata a gradoni, con masselli recuperati dalle vecchie pavimentazioni cittadine, ed attrezzata per i gruppi familiari e per i giochi infantili. Giunti di fronte al parcheggio del centro sportivo (pista atletica, campi di gioco, campi di tennis, bocciodromo), si gira a sinistra e si sale gradatamente. Sopra l'Acquedotto, si lascia in basso a destra, oltre la strada, il ponte pedonale di collegamento a nord con il quartiere Boldinasco (centro sportivo, poligono di tiro a segno) e via Gallarate (strada statale); più avanti si attraversa un'area piantumata dalla sezione ANA di Milano e si costeggia una piccola conca, con teatrino esposto a sud-ovest. Compiuto un giro a spirale, si giunge sulla piazzola della cima: nelle giornate nitide si può ammirare un ampio panorama sulla metropoli milanese, la pianura padana e le montagne prealpine. Per la discesa, si prende la direzione sud e si attraversa un prato pianeggiante, prima di seguire la vecchia via asfaltata nella zona boschiva, sopra la scuola di Santa Maria Nascente, ed arrivare al piano stradale. La parte occidentale è caratterizzata da campi di gioco sull'erba; a sud, di fronte al parcheggio, sull'area recintata dei ruderi dell'ex-laghetto (attualmente in grave stato di degrado) è in progetto l'edificazione di una palestra per l'arrampicata sportiva. In futuro saranno realizzati ad ovest, oltre la strada, un ponte pedonale di collegamento con Lampugnano (campo di calcio) ed una pista ciclabile per Cascina Cottica, Quartiere Chiusabella (centro sportivo, piscina), Cascina Maura al Parco di Trenno, con deviazioni lungo il corso coperto dell'Olona. Si termina la visita alla stazione metropolitana Lampugnano (parcheggio), nelle cui vicinanze si possono osservare l'area di divertimenti (in attesa di riqualificazione), la cittadella di Casa Nazareth e la vasta area verde di 82 ettari, realizzata nel 1990 verso i quartieri Chiusabella, Comina ed il nodo autostradale di piazzale J.F.Kennedy.
Lampugnano. Il piccolo borgo, circondato dai campi (paes di scigollàtt), sorse sull'area di un antico monastero e fu la villeggiatura estiva dei canonici della Cattedrale di Milano. Vi rimangono la chiesetta (santuario di Santa Maria Nascente), riedificata nel 1605, ed alcune case rurali, in un raccolto quartiere tra il QT8, il parco dell'ippodromo, il centro scolastico e la stazione metropolitana (oltre il corso dell'Olona).

[testo di Marco A. Righini]
Guardie Ecologiche Volontarie - Gruppo7
(SanSiro-Trenno-Baggio)


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