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L'OPINIONE: Gli affari di Milano
Scritto da beppe caravita, pubblicato da Manuel Rossi il 10-02-2004 alle 17:21
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Il grande affare a Milano è l'Aem*. La macchina energetica che un tempo finanziava il Comune, che era ammirata e ambita anche dalla Rothschild, che ora è preda in vendita al migliore offerente (sindacati e lavoratori permettendo...).
Il gossip, ma informato e pessimista, mi dice. Due "giri" si affrontano oggi: quello di Albertini-Confalonieri contro quello di Donna Letizia genovese, sponsorizzata in persona da Silvio. Questa è gente che fa affari, licenze, permessi, aziende. Negli scagni ma anche sotto el Domm...La poltrona di Sindaco è il suggello dei business del futuro, della spoliazione di Milano.
Nel frattempo l'esercito silenzioso di Cl aspetta. Dopo aver occupato gran parte del territorio regionale, lascia che i cani locali si sbranino prima di irrompere nella vera battaglia. Aspetta la scelta della linea dominante: la Confindustria. Ovvero chi e come farà i quattrini. Chi guiderà il Paese, in termini appena più nobili e politici. I Tognana oppure i Montezemolo. Il fallito neoliberismo arraffone alla berlusconiana contro il vecchio industrialismo concertativo mitigato e modernizzato - a differenza del triste e rovinoso passato - da un certo grado (si spera il più elevato possibile) di umiltà, di trasparenza, antimonopolismo, non-collusione, serietà. Non si sa chi vincerà. La partita è ancora aperta.
Formigoni e il suo entourage, dopo la sbornia della spesa sanitaria incontrollata degli scorsi anni (in gran parte finita alle cooperative di Cl) ora attendono. Parlano e si espongono poco. Sanno forse che qualcosa potrebbe succedere, nei vertici del Palazzo in crisi. Qualche scossa tellurica, del resto, ha già fatto oscillare i templi bancari..Non è tempo di grandi proclami o di affidamenti a lungo termine in una Milano raggelata nella lunga crisi economica e ora finanziaria. Meglio navigare a vista, e se il vento cambierà passare il boma rapidamente....
Quel che è importante è capire che queste forze in campo a Milano non hanno più alcun modello di stato democratico, se mai ne hanno avuto (o solo subito) uno in passato. I primi due campi sono solo affarismo allo stato puro, chiusura di fatto del Consiglio Comunale e degli organi rappresentativi, giù giù fino alle buche delle lettere su Internet - un impaccio per Albertini, salvo poi trovarsi di fronte alla rivolta dei tranvieri - il terzo è negazione della Res-publica in nome dell'appartenenza, della divina appartenenza all'invincibile Giussani, profeta della setta medioevale dei Memores Domini e Aiatollah autonominato di Iddio (da prete antipatico del Berchet che era, e che mi fece scappare da Gs...). Niente poteri indipendenti in dialettica e equilibrio, niente stampa fuori dal coro (quello vero), niente giudizio dei cittadini sugli affari autentici della città. Niente: affari dietro le quinte.
Questa è la gente del declino di Milano post-operaia e post-imprenditori. Del ceto medio in rapido impoverimento, rincoglionito alla tivvù, senza punto di riferimento. La sua finta borghesia vampiresca che fa finta di fare industrie ma in realtà succhia affitti da re ai miseri fondi dell'Università statale Bicocca. E che oggi si scanna nei retrobottega del potere marcio.
Ferruccio De Bortoli il moderato, purtroppo o per fortuna (soprattutto, a quanto mi risulta), non se lo fila nessuno, nemmeno i dalemiani (come Cl interessati a ben altro...). E' fuori dai giochi.
Votiamo quindi Ferruccio. E Penati dell'antica Sesto S.Giovanni alla Provincia. Illustri sconosciuti. E pertanto illustri.
E' quello che so finora, magari aiutatemi a tirare fuori i rospi....per decidere meglio del nostro futuro e della nostra città...
P.s. *Non è il solo, ovviamente: anche la vendita dell'area Fiera (oggi alla canna del gas...), le Varesine, l'Ortomercato....


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Note della Redazione: Un punto di vista sul panorama politico-economico di Milano, dall'area "Societa' e politica" di RCM.
 
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