"Com'è noto, per iniziativa dell'amministrazione comunale, a Firenze è stata data una stretta alla presenza dei lavavetri ai semafori e, com'è altrettanto noto la cosa ha provocato il solito putiferio fra favorevoli (la maggioranza dei cittadini di Firenze) e contrari (la minoranza). Ora è il turno di Trieste che ha adottato anch'essa una iniziativa che è simile nei fini a quella di Firenze, far scomparire quell'attività dagli incroci.
A Milano invece mi pare non se ne parli. Eppure la nostra città non è affatto esente dal problema e credo che ognuno di noi si sia fatto qualche opinione in proposito.
Personalmente ho molta stima nel ministro Ferrero, un uomo che mi sembra parli la lingua di tutti i giorni evitandoci lo squallido politichese e un ministro che, a differenza di altri, ha ben presenti i problemi di è costretto a tirare a campare per arrivare a fine mese. E, soprattutto, è un politico (fra i pochi) che tiene a mantenere saldo il principio di rispetto che un programma votato dai cittadini va realizzato e non snobbato come fosse carta straccia.
Resta perciò intatto il mio apprezzamento per lui anche quando fa affermazioni che non condivido.Infatti non sono d'accordo con lui quando contrasta l'iniziativa dell'amministrazione di Firenze perchè da colpire sono i traffici che stanno dietro gli extra-comunitari ai semafori e non gli extra-comunitari stessi.
Io penso che, infatti, siano due gli ordini di problemi inerenti la questione:
1) le piccole illegalità
2) le grandi illegalità.
Le piccole illegalità, commesse da chi sta ai semafori consistono nell'essere ai semafori ad imporre un lavoro che non viene richiesto. Si dirà... "ma se non vuoi non ti lavano i vetri". Non è così. Spesso e volentieri, basta esserci, si assiste a scene di rissa fra automobilisti e "lava vetri" dovuti al fatto che anche se dici di no, spataciaff ti trovi lo stesso la spazzola sul parabrezza. E ciò vale a maggior ragione quando alla guida ci sono donne o persone anziane, oppure se in auto hai dei bambini. Hai spesso la sensazione di essere defraudato del diritto di non essere disturbato e di non vederti imposto alcunché. A me, che oramai capita spesso di andare nel vigevanese, capita oramai ogni due o tre giorni oppure nel week-end di assistere a scene assai fastidiose, sotto questo aspetto, all'uscita della città sia che scelga di partire da Bisceglie sia che scelga di uscire da Milano partendo da via Lorenteggio.
Le grandi illegalità sono invece meno visibili ma non per questo non intuibili. Dietro alle persone che stanno ai semafori esiste un racket che stabilisce postazioni, orari e modalità. E' uno dei tanti sistemi di sfruttamento cui la nostra società si abitua a convivere fra ipocrisie, silenzi e solidarietà pelose. Accade anche nei confronti del mercato della droga così come nel giro della prostituzione.
Si deve decidere se, al di là di quelle adesioni che nascono dal "perbenismo", l'unico che non risolve mai nulla, al far rispettare le regole esistono alternative serie, valide e praticabili. Io penso di no. Credo che il circolo vizioso fra chi sfrutta e chi viene sfruttato si chiama sfruttamento ed è quello che va interrotto.
E penso anche che certi organi competenti, invece di sindacare sul fatto che un'ordinanza spetta al prefetto invece che al sindaco, dovrebbero darsi da fare garantendo che gli spacciatori, così come chi tira le fila dei racket o chi violenta le donne o chi sfrutta la prostituzione, restino in galera e non vengano liberati per le ragioni più disparate.
Certo occorre che chi impone il rispetto delle regole abbia oltre che l'autorità anche l'autorevolezza per farlo, ma se il continuare a disquisire provoca la paralisi rispetto alla necessità di creare un clima di vivibilità accettabile, penso che sia cosa sbagliata. Quando Veltroni dice che la sicurezza non è né di destra né di sinistra dice una cosa ovvia ma, detto per inciso, ho l'impressione che dicendole riesca ad apparire un genio della politica grazie soprattutto a causa di un'errata visione di queste cose da parte di persone che meriterebbero ben altra e miglior considerazione per ciò che fanno tutti i giorni.
Paolo |
"
|
|
| |
|