Anteprima di RCM: La vita è un miracolo
Data: 3-03-2005 alle 09:56
Argomento: Arte e Sapere


Chi fa la guerra? Soltanto delinquenti e imbecilli. Così sembra dire Kusturica con quest’ultima sarabanda balcanica, ambientata nel 1992 lungo una ferrovia di montagna al confine fra Bosnia e Serbia.



LA VITA E’ UN MIRACOLO

Regia: Emir Kusturica

Sceneggiatura: Ranko Bozic, Gordan Mihic
Soggetto: Ranko Bozic, Gordan Mihic
Fotografia: Michel Amathieu
Musica: Dr. Nele Karajlic

Interpreti:
Slavko Stimac - Luka
Vesna Trivalic - Sabaho
Aleksandar Bercek - Velja
Davor Janjic - Tomo
Mirjana Karanovic - Nada
Nikola Kojo - Filipovic

Titolo originale: Kad je zivot bio cudo
Durata: 155 min. (colore)
Paese: Repubblica Federale Yugoslava / Francia
Anno: 2004
Genere: Commedia

Data d'uscita: 04-03-05

Chi fa la guerra? Soltanto delinquenti e imbecilli. Così sembra dire Kusturica con quest’ultima sarabanda balcanica, ambientata nel 1992 lungo una ferrovia di montagna al confine fra Bosnia e Serbia.
I delinquenti sono quelli che nella guerra fanno profitti, gli imbecilli sono i portatori di ideologie nazionalistiche e religiose. Gli altri, gli umani, la guerra la subiscono.
Poi c’è il contorno mediatico, con la sua spettacolarizzazione del dolore, fatto di giornalisti asserviti o anche soltanto incompetenti.
Ma anche nell’assurdità del conflitto, la bellezza della vita può trovare un varco e una ragazza “musulmana” – che non solo non porta il velo, ma non parla mai di Dio ed è libera di amare e godere senza alcuna remora religiosa – può innamorarsi di un “serbo di Bosnia” alquanto più in là negli anni – abbandonato da una moglie bislacca e con un figlio prigioniero di guerra –, mite e appassionato di ingegneria ferroviaria.
Ecco: al di là degli stereotipi mediatici creati ad arte per demonizzare ciò che rimaneva di un comunismo partecipativo che il capitale internazionale voleva distruggere, l’autentico spirito iugoslavo era fatto della convivenza di persone – uomini e donne sanguigni e amanti dei piaceri della vita – che non si pensavano come appartenenti a un’etnia o ad un credo religioso ma che vivevano insieme senza troppi perché, considerando anche con ironia il loro passato sotto la guida del maresciallo Tito.
E’ quello lo spirito che Kusturica difende con il suo cinema, e direi che dobbiamo essergli grati perché, con le sue travolgenti invenzioni narrative e la sua musica onnipresente, riesce a farci intravedere uno spaccato di fratellanza e allegria anche là dove l’orrore sembra prevaricare ogni slancio di umanità.

Alessandro







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