In Francia non c'è antisemitismo?
Data: 27-07-2004 alle 10:59
Argomento: Societa' e Politica


...pietre miliari di pregiudizi che nel tempo si sono sempre corroborati di superstizione, tabù, fobia del diverso, bisogno di scaricare sull’altro i vari peccati originali da cui far derivare ogni male. Perché è comodo, perché permette di alleggerire la propria quota di angoscia, perché...

mario ferrandi writes:
Pierluigi Fiorentini writes:
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Ringrazio Pierluigi e Mario per aver incollato queste due foto. Affiancate sono più loquaci di tante parole che hanno perso il pungiglione della meraviglia.

Sporco ebreo, sporco negro, sporco marocchino, sporco terrone... pietre miliari di pregiudizi che nel tempo si sono sempre corroborati di superstizione, tabù, fobia del diverso, bisogno di scaricare sull’altro i vari peccati originali da cui far derivare ogni male. Perché è comodo, perché permette di alleggerire la propria quota di angoscia, perché... perché no? In fondo è sempre stato così. Solo che oggi l’ignoranza non è più così innocente: i libri, i giornali, la libertà di conoscere si possono infilare nel carrello quando si vuole. Oggi si può scegliere. E allora come si può ancora scusare chi sfrutta episodi di violenza di qualsiasi colore per aumentare la credibilità delle proprie tesi, avessero anche la base più incontestabile? Non si possono nemmeno concedere le attenuanti generiche del “si fa tanto per dire”. Non è più un'opzione, ma una vera manifestazione di libertà protestare se si capita nel mezzo di una discussione in cui si infila la barbarie e il pregiudizio dentro un cavallo di Troia che ha le sembianze della ragionevolezza e del distacco imparziale. Non suona stonata la bocca che ospita la parola “pace” e contemporaneamente dà asilo anche al minimo soffio di brutalità? Se parli di pace, ogni tuo minimo gesto deve parlare di una cura attenta dei rapporti fra gli uomini. Perfino i termini scelti devono esprimere delicatezza. Altrimenti c'è a disposizione lo sci d'acqua o il decoupage, lascia in pace la pace.

Perdonatemi un ricordo personale. Qualche anno fa mi trovavo a giocare sul computer con la radio in sottofondo. Andava in onda una trasmissione in diretta sui testimoni di Geova: si confutavano con razionalità tutte le tesi geoviste, una per una, mostrandone l’illogicità e la mancanza di coerenza interna. Ad un certo punto, sul finire del programma sento fare questa affermazione, d’una leggerezza pugnalante: “e poi ricordiamo che Marc Dutroux, il tristemente famoso pedofilo belga, è un convinto testimone di Geova...” Ho lasciato immediatamente la postazione lanciandomi sul telefono in cerca di un contatto con i conduttori, senza riuscire a prendere la linea. Non si può fare a meno di obiettare per certe cadute, soprattutto se l'intera trasmissione era basata sulla confutazione razionale: perché è vero che l’impianto della critica rimane intatto, ma rischia di diventare uno strumento per sdoganare un pregiudizio, come, in questo caso, che i testimoni di Geova in fondo sono "geneticamente" cattivi. Solo un volgare pregiudizio, da smascherare, a costo di dover ricostruire daccapo la tesi accusatoria.

Ed è segno di civiltà e onestà intellettuale che i primi ad alzare la voce siano proprio quelli che da certe tesi potrebbero ricavare un vantaggio a favore delle proprie. E non basta più farlo in modo vago, fra le righe, come dire che la civiltà è un valore scontato per il semplice fatto che sulla cartina geografica si è capitati nell’intellettuale e progredita Europa. Ma serve una voce chiara.

L’antisemitismo non è pettegolezzo della sora Cesira, dalla sabbia egiziana dei faraoni, per le strade più incredibili arriva fino ad oggi. Perché devo leggere ancora di qualcuno che lo aggiunge alla sua faretra di argomenti per confermare che “la politica di Israele è contro la pace”? fosse anche vero, anzi, proprio se fosse vero, farebbe crollare tutto il discorso, lo porterebbe dal piano dell’analisi dei rapporti internazionali a quello di una superstizione talmente ovvia da non necessitare di ulteriori contributi. Se si è contrari a Sharon o chicchessia bisogna essere i primi ad ammettere l’antisemitismo, a condannarlo quando ci si incappa, e a farlo in modo inequivocabile, a costo di perdere un punto a proprio favore: un ridicolo punto che si gioca sulla pelle di un altro.
Una volta fatta passare la barbarie contro Tizio, non ci sono più ragioni che tengano dall’impedire le stesse modalità contro Caio. Nemmeno una.

Ciao
Paola



Everybody cries
and everybody hurts sometimes
so, hold on, hold on, hold on, hold on, hold on...
(to fade)
                  R.E.M.

è bella, la sto ascoltando sulla tastiera :-)











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