Un'occasione da non perdere.
Data: 13-05-2006 alle 21:57
Argomento:


La priorità di dare alla politica...

Scorrendo le pagine dei candidati in Milano 2006 ci si rende agevolmente conto che sono molte le persone nuove.

Il fatto che molti giovani fuori e giovani "dentro", si candidano per la prima volta e in quantità considerevole, fa ben sperare che, con un piccolo atto di coraggio da parte degli elettori, finalmente anche la nostra città avrà il tanto atteso rinnovamento.

Certo occorre evitare la trappola del "nuovismo" per cui si continuano le vecchie politiche nascondendosi dietro volti nuovi ed occorre evitare l'errore del "giovanilismo" per cui si pensa che candidato giovane significhi politica giovane. Tuttavia, se non si compie un piccolo atto di coraggio, non solo non si cambierà mai pagina in questa città, ma non si porranno mai le basi per ricomporre un rapporto fra la città ed i suoi cittadini, che è la condizione necessaria per restituire Milano ai milanesi. Per queste ragioni io penso che, al momento del voto, occorra tenere presenti due priorità.

La priorità di dare alla politica un senso, per cui credo che sarebbe utile che il voto si indirizzasse a persone portatrici di esperienza, competenza, valori sociali e culturali forti ( solidarietà, socialità ed etica economica) e la priorità di dare alla politica il necessario segno del rinnovamento, scegliendo persone nuove. Due priorità complementari per le quali mi sento di indicare, a chi mi chiede consiglio, persone non giovani ma sicuramente di gran cuore e di grande esperienza e persone che, seppur non esperte, abbiano voglia di impegnarsi con il cuore.

E' un'occasione da non perdere quindi, ed è soprattutto l'occasione per mandare a casa chi è legato ai potentati che hanno smembrato la città in lotti su cui speculare a prescindere, anzi contro, dli interessi dei cittadini.

Liste civiche e coalizioni.

Il fenomeno di queste elezioni è dato, secondo me, dalle liste civiche. Ce ne sono diverse tanto nel centrosinistra quanto nel centrodestra. Per la verità, quest'ultimo sembra aver attivato le liste civiche più per tratterere voti che per convinzioni ideali. Un esempio evidente ne è la lista "Giovani per Milano", inventata in quattro e quattr'otto e che a me pare davvero fatta solo per evitare che venga votata la lista "Vivere Milano", idea nata dalla scelta dei cosiddetti "trenta-quarantenni" di candidarsi autonomamente.

Indicative sono anche le liste civiche dei candidati sindaci, quella di Ferrante e quella della Moratti . Ambedue sono nate nell'ottica di distinzione dalle liste tradizionali che sostengono il candidato ed ambedue si rivolgono ai non pochi elettori che faticano a riconoscersi nei simboli tradizionali anche se, nel caso della Moratti, si fa sinceramente un po' di fatica a capire come la novità della lista civica, corredata di critiche condivisibili alla precedente giunta Albertini, possa essere compatibile con la riproposizione degli stessi partiti che hanno sostenuto in modo acritico Albertini, condividendone progetti e modalità. Però l'operazione Lista Moratti va un po' più in là della semplice lista civica, a ben guardarla anzi si direbbe che rappresenta, a livello cittadino, l'esperimento che Formigoni avrebbe voluto realizzare a livello regionale con una lista del Presidente aperta a candidature, cosiddette, riformiste. Il vero pericolo per il successo della lista Moratti non proviene dal centrosinistra, perchè non credo che le candidature "riformiste" siano tali da mettere in ombra la lista civica di Ferrante, provengono invece dalla candidatura, ancora una volta, di Silvio Berlusconi alla testa della lista di Forza Italia. Una candidatura che nasce ancora una volta dalla volontà di carpire un consenso su una persona che regolarmente se ne andrà dal Consiglio Comunale il giorno dopo e che manifesta, concretamente, lo scarso rispetto per gli elettori che si ritroveranno a votare la lista per il suo capolista e si ritroveranno eletti, il giorno dopo, personaggi entrati in Consiglio Comunale non per meriti propri ma in virtù del voto ricevuto dal capo.

Altra è la situazione nel centrosinistra.

Qualche dubbio potrebbe far sorgere il fatto che la lista Ferrante, nata quando si prevedeva la presentazione separata di Ds e Margherita, oggi sconta il fatto che questi due partiti si presentano con un'unica lista: quella dell'Ulivo. Però, secondo me, l'Ulivo rappresenta un modo di interpretare ciò che dovrebbe essere il partito democratico, la lista Ferrante invece rappresenta un modo di interpretare la città a più voci. Quindi direi che la contraddizione è solo apparente e credo che le due liste non solo non si ruberanno voti (ma ha senso dire "rubare voti"?) ma semmai apporteranno alla coalizione due interpretazione della politica che nascono da priorità diverse. La prima, l'Ulivo, di natura prevalentemente politica, la seconda di natura civica. Due modi diversi di rinnovare la politica milanese.

C'è poi una novità anche nel versante della sinistra più radicale, la lista di Dario Fo che, questa si, andrà ad incidere sul voto dei verdi e soprattutto sul voto di Rifondazione Comunista e sul voto di diversi elettori vicini alla sinistra diessina. Sarà assai interessante vedere come questo voto inciderà e, soprattutto, come questo voto ispirerà i cambiamenti che avverranno nella sinistra radicale soprattutto se nascerà il cosiddetto "partito democratico".

Rispetto alle liste rimanenti, fuori dal centrosinistra e dal centrodestra, mi pare che l'unica che possa essere degna di attenzione sia l'esperimento di "Vivere Milano" perchè nasce da un percorso culturale ed organizzativo reale, discutibile finché si vuole ma reale, non fittizio o per togliere voti a qualcuno a favore di qualcun altro.







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