treno...vita...
Data: 16-03-2006 alle 09:50
Argomento: Pensieri e Parole


Non cambierei il treno con nessun...

Non cambierei il treno con nessun altro mezzo. Il treno è una metafora della vita come ce ne sono poche. La vita è un viaggio e si viaggia anche a piedi, in aereo, in autobus, in metropolitana, in macchina... certo, ma solo il treno ha quel qualcosa che...

Nell'andare a piedi c'è l'umano e l'universale, parla di forza e di stanchezza, il passo veloce del giovane, quello lento del vecchio, quello ritmico di chi corre.

L’aereo parla di paure ataviche e di desideri innati, insieme la voglia e l’ansia di volare.

L’autobus è nato vecchio, ingombrante, scomodo, inospitale, tutti gli svantaggi del traffico automobilistico insieme a quelli del mezzo pubblico, con qualche apprezzabile vantaggio economico.

La metropolitana è l’allegoria dell’incontro fugace, del desiderio di conoscere che il dispotismo del tempo non ti permette mai di esaudire, è figura della massima funzionalità, della velocità che però ti chiede in cambio una rinuncia in termini di sana lentezza e quindi di umanità.

L’automobile è raffigurazione perfetta dell’individualismo, della conversazione solipsistica e del riparo narcisistico, della massima autonomia decisionale ma anche della solitudine triste nelle trappole degli ingorghi.

Il treno invece... è tutto. È allegria col suono scandito del passaggio sui binari, è compagnia ma anche solitudine, è libertà all’interno, di leggere, ascoltare musica, dormire o parlare, mentre all’esterno è rigida osservanza della regola dettata dalla traiettoria delle rotaie. Il treno è velocità, ma anche lentezza, efficienza e intoppo, antichità e modernità, arrivo e partenza, inizio fine e ancora inizio. Ma soprattutto il treno ha qualcosa di dolente e insieme dolce che nient’altro ha. Se saluti qualcuno da un finestrino aperto ti si apre un cassetto dell’inconscio che rende quel momento solenne e importante, e magari stai solo salutando un collega che rivedrai al lavoro poche ore dopo. Salutare da un finestrino di un treno in partenza deve essere una di quelle immagini provenienti dalle profondità del tempo che ci accomuna tutti in qualche modo misterioso.

E poi c’è un altro movimento segreto legato al viaggio in treno: qualcosa che assomiglia a una spontanea solidarietà. Assomiglia molto, non posso dire che “è” perché ho smesso molto presto di credere a Babbo Natale. Però “solidarietà” è la parola migliore che mi trovo a disposizione, e non a senso unico positivo. Sul treno sei in un gruppo, ascolti i discorsi degli altri, hai tempo di parlare con gli altri, hai tempo per litigarci, gli intoppi coinvolgono tutti. Uno per tutti e tutti per uno. E questo non succede in autobus, meno che mai in metropolitana.

Se lo sapessi raccontare il treno sarebbe la mia favola per i bambini e la mia poesia per chi si lascia rubare dalla bellezza. Ma non lo so fare, e così il più delle volte mi lascio semplicemente affascinare.

Il treno è una vita nella vita. Per questo quando accadono incidenti come quello di ieri sera c’è qualcosa che ti tocca dentro, ci sei coinvolto sempre anche se non eri lì in quell’istante, ti riguarda anche se non ne risentirai danni diretti.

Il treno va difeso da ogni bruttezza. Il treno deve rimanere vita.


Paola









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